A partire dall’anno scolastico 1999/2000 la Provincia di Pistoia e l’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Provincia di Pistoia collaborano alla realizzazione di un progetto di interesse provinciale di approfondimento della Storia del ‘900, denominato “Scenari del XX Secolo”, con l’obiettivo di fornire ai giovani strumenti e informazioni critiche conoscitive per capire quanto accade intorno a loro, leggere il passato nell’ottica di comprendere il presente, approfondire tematiche quali la memoria, la conoscenza e l’interazione con altre culture, il valore della solidarietà e l’educazione alla tolleranza.

Ogni anno scolastico viene dedicato a vicende, avvenimenti ed eventi difficilmente affrontati nei programmi curricolari e poco conosciuti dagli studenti.

Dall’anno scolastico 2018-2019 è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.

Gli incontri, indirizzati agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado della provincia di Pistoia, per l’anno scolastico 2018-2019 sono cinque, due dedicati al tema “Il terrorismo in Italia. La violenza politica, civile e sociale nell’Italia degli anni Sessanta e Settanta” e tre destinati alle giornate istituzionali: Giorno della Memoria, Giorno del Ricordo, Festa di Liberazione.

Il terrorismo in Italia. La violenza politica, civile e sociale nell’Italia degli anni Sessanta e Settanta.

La violenza politica, civile e sociale negli anni Sessanta e Settanta in Italia si inserisce all’interno di un quadro geopolitico caratterizzato dalla guerra fredda che ne influisce inevitabilmente il percorso storico. Sono anni intensi quelli vissuti nella penisola, periodo di “miracolo economico”, di mutamenti sociali e politici, di stragi e di atti terroristici, per questo di estrema particolarità e oggetto di dibattito fin dagli anni Settanta prima in sede giudiziaria, poi in sede storica.
In ambito politico, l’Italia degli anni ’60 è l’Italia del primo governo Moro con la partecipazione diretta dei socialisti; del governo Tambroni che consente al Movimento Sociale Italiano, erede della destra nostalgica, di svolgere il proprio congresso a Genova, città decorata con la medaglia d’oro per la lotta antifascista. È l’Italia dei tentativi di colpo di stato, fra cui ricordiamo il Piano Solo (1964), e della messa in discussione della democrazia. È anche un Italia che sta cambiando in ambito sociale e studentesco: vedi il caso del giornale “La Zanzara”, giornale prodotto dagli studenti del Liceo Parini di Milano all’interno del quale viene pubblicata un inchiesta sul comportamento amoroso delle studentesse.
La contestualizzazione dell’epoca è necessaria per comprendere i fenomeni di una crescente violenza innescati e diffusi dall’estrema destra e dall’estrema sinistra.
La lotta politica divenne il fulcro di questi mutamenti che portarono a due visioni del conflitto diametralmente opposti: da una parte le pratiche di stragi contro civili, tentativi di colpo di Stato, agguati e aggressioni instaurate dai neofascisti, dall’altra l’eliminazione fisica di nemici, politici e persone appartenenti a determinate categorie sociali, progetti di insurrezione, scontri di piazza promossi dalla parte armata della sinistra extraparlamentare. Il terrorismo si sviluppa all’interno dei discorsi e delle pratiche della violenza dei neofascisti e della sinistra extraparlamentare volti all’eliminazione dell’avversario in un processo di militarizzazione della lotta.
La logica della violenza è ripercorsa nelle reciproche dinamiche di scontro, che fanno emergere la diversità di repertori d’azione e le differenti strategie della violenza. Una pagina del nostro recente passato necessaria per una riflessione critica e analitica sull’Italia di oggi.